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libro nono 199

vagliolini, e le tavole finalmente: perchè il signor di casa, pieno d’un mal talento, fattomi subito prendere, comandò ad un suo fante che mi guardasse con grandissima cura, a cagione che un’altra volta io non facessi una di quelle pazzie. Legato adunque bene, e messo a buona guardia, me ne stava coll’animo tutto riposato, e parevami che quel carcere fusse pur troppo benigno, posciachè per suo mezzo io era libero dalle crudelissime mani di quel ribaldo di quel beccaio. Ma che bisogna affaticarsi contro al volere della Fortuna, posciachè così male puon resistere i nostri sagaci pensieri o la nostra prudenzia alla sua fatale disposizione, sì che ella non ne guidi sempre al crudelissimo e destinato sentiero? Finalmente, quel mio consiglio, che pareva che mi avesse tratto del profondo baratro dello Inferno, mi tuffò in pelago più profondo e più mortale: e questo fu, che venendosene un fanciullo (secondo il mio giudicio, ch’io mi pensava, ragionavano tra loro i famigli) là oltre ove coloro cenavano, riferì al padrone, che egli era uscita di una stradetta ivi vicina una cagna arrabbiata, ed entratasene per l’uscio di dietro in casa con una furia che mai la maggiore, aveva assaltati tutti i bracchi di casa, e d’indi poscia corsasene alla stalla, col medesimo empito aveva morso quasi tutte quelle bestie: e quello ch’era molto peggio, che ella non si era manco astenuta dagli uomini; imperocchè ella aveva ferito il Penna mulattiere, e Chichibio cuoco, e Lenio cameriere, e maestro Appollonio medico, insieme con tutti quegli altri che si erano voluti contrapporre alla sua rabbiosa e inaudita furia: aggiugnendo che tutti quei bracchi che ella aveva tocchi col dente, erano incorsi nel medesimo furore. La qual cosa turbò subitamente gli animi di tutti quelli che erano ivi a tavola, stimandosi che io avessi fatto poco fa quelle pazzie per essere infetto del medesimo veleno: perchè prese ognuno di loro l’arma in mano, inanimandosi l’un l’altro ad ammazzarmi, dubitando che io, mordendogli, non gli facessi similmente incorrere in quella medesima rabbia nella quale egli