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libro ottavo 191

mia compra, se niuno ve ne aveva che badasse al fatto mio. E il banditore, che digià era venuto roco per lo tanto gridare, beffandosi di me, diceva: E a che fare avemo noi messo in vendita questo asinaccio vecchio, disutile, spiacevole, poltrone, con l’unghie guaste, con tristo mantello, che oramai non è buono ad altro che a farne un vaglio? e però doniamolo a qualcheduno, s’egli ce ne è di quegli che non gl’incresca gittare via un poco di fieno. E con queste e altre così fatte ciance faceva morir delle rise il banditore tutta la brigata. Ma quella mia crudelissima Fortuna, la quale mi aveva per così strani paesi già tanto tempo perseguitato, cui non il fuggir mio, non tante avversità l’avevano mai potuta o da me tener discosto, o placare almeno, di nuovo mise nelle mie chiome i suoi feroci artigli: e ritrovato un compratore atto alle mie disavventure, me gli diede nelle mani; e sapete a chi? ad uno della feccia di quei ciurmadori, i quali, fingendo d’esser sacerdoti, e coprendosi col mantello di santo Antonio, vanno barando il mondo, e spogliando e ingannando quelli buoni omiciatti e semplici donnicciuole danno lor fra le mani, in iscandolo e disonor grande dei veri religiosi e della nostra religione. Ora costui per la fretta di comprare, senza guardare altro, domandò donde io fussi. A cui il banditore rispose, ch’io era di Cappadocia, e assai ben gagliardazzo: e ridomandandol del tempo, il banditor, beffandosi, rispose: Un certo astrologo, che ha veduta la sua natività, il quale allora, gli annoverò gli anni, te lo saprebbe dir me’ di me; perchè dunque non lo comperi tue? egli è un de’ buoni e dabbene asini, che sieno in su questo mercato; il quale e in casa e fuor di casa ti potrà aiutare in tutti i tuoi bisogni. Ma quel fastidioso di quel compratore gli rompeva pure il capo col domandargli or d’una cosa e or d’un’altra, e faceva una grande instanza, per voler sapere come io era agevole. Allor disse il banditore: Di questo non ti fa mestier domandare; ch’egli è una pecora, non un asino; mansueto, che se ne può fare ogni cosa, e non