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libro settimo 171

mi era sopra, audacemente resistendo, voleva pure andare a suo cammino; e chiamando aiuto dagli nomini e dagl’Iddii, come se egli mi avesse compero pur allora, gridava accorruomo, che l’assassinavano, e ch’e’ gli facevano villania. Tu hai ragione per mia fè, disse un di quei pastori, a dolerti, perchè noi ti trattiamo troppo civilmente: tu faresti meglio a dirci dove tu hai nascosto quel fanciullo che lo guidava: e con queste parole, tirandolo a terra dell’asino, lo macerarono colle pugna e co’ calci; e il poverello, gridando e raccomandandosi, giurava e saramentava, che egli non avea veduto fanciullo alcuno, ma ch’e’ m’aveva trovato solo e sciolto, e per guadagnarsi un beveraggio, mi aveva preso, per rimenarmene al mio padrone. E volesse Iddio, che esso asino, il quale e’ non vorrebbe mai aver veduto, potesse favellando render testimonianza della sua innocenza, ch’e’ non dubiterebbe punto, che egli increscerebbe loro d’avergli fatto sì grande oltraggio. Ma poco profittavan le sue parole e i suoi giuri; imperocchè quei pastori, legatolo per lo collo, il condussero a quelle boscaglie, dove il fanciullo era costumato d’andar per le legne; e poich’egli ebbero cercato un pezzo, lo trovarono sbranato in mille pezzi, e giacersene dove uno e dove un altro. La qual crudeltà io m’indovinai subito che era stata fatta da’ denti di quella orsa: e per mia fe’, che s’io avessi avuto la facultà delle parole, che io avrei detto come io la intendeva; ma non potendo, io faceva solamente quello che mi era concesso: io mi rallegrava della tarda vendetta di quel mio guardiano. Ora avendo ritrovate quei pastori tutte le membra dello sbranato corpo, messole insieme, entro al medesimo bosco facendogli il sepolcro, le renderono alla terra; e chiamando il mio nuovo Bellerofonte ladro e assassino, così legato lo condussero alle lor case, con animo secondo ch’e’ dicevano, di menarlo il dì di poi al magistrato, acciocch’e’ pagasse la dovuta pena del verisimile peccato. Già erano ritornati a casa, e il padre e la madre piangevano quel fanciullo amaramente;