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libro sesto 137

così dicendo, fattasi porgere la brocca, e tostamente presala ed empiutola, e battute le maestre penne fra le mascelle de’ crudeli denti e fra il brandire delle inferzate lingue de’ dragoni, e dirizzando il volar suo e da questa e da quell’altra parte, perciocchè elle minacciavano di rivoler le acque, che così le promettevan lasciarla partire senza oltraggio alcuno, ella finse, che tutto quello ch’ella facea era per comandamento di Venere, e che a lei le portava: laonde assai le fu agevole il poternela portare. Avendo Psiche fuor d’ogni sua credenza ricevuta la piena brocca, tutta allegra, con presti passi da Venere se ne ritornò. Nè manco potè per questo placare il crudel ciglio della adirata Iddea; la quale ridendo, tutta stizza, e minacciandola di maggior male, così le parlò: Oramai, se io ti ho a dire il vero, io credo che tu sia una valente maga, posciachè così gagliardamente tu hai obbedito a questi miei comandamenti; e però voglio io, la mia luce, che tu mi faccia ancor questo altro servigio: prendi questo bossolo, e vattene immediate infino all’inferno; e arrivata che tu sarai alla casa del crudel Plutone,