l’uno dall’altro; e compite che ell’ebbono la bisogna, tutte alle lor buche prestamente se ne ritornarono. Nè vi andò guari, dopo la partita loro, che fu là sul ritorno della oscurissima notte, avendo Venere già cenato, tutta di perle incoronata e di vermiglie rose, e riempiendo ogni cosa di odor soavissimo di finissimi e odoriferi profumi, se ne ritornò da Psiche, e veduta la incredibile esecuzione della maravigliosa opera, disse: Non tua faccenda è questa, pessima e scellerata e ingorda femmina, nè delle tue proprie mani, ma di colui, al quale con tua mala ventura se’ tanto piaciuta: e senza dirle altro, prestamente gli portò un pezzetto di pane, e se ne andò a dormire. Stava Cupido in questo mezzo tutto solo riserrato entro alle più segrete parti della casa in una cameretta guardata con grandissima diligenzia, parte perchè egli con qualche lussurioso disordine non fusse cagione che la ferita inciprignisse, e parte per torgli il modo di ritrovarsi col suo disiderio; e così sotto ad uno medesimo tetto sequestrati e disgiunti i due ferventissimi amanti si passarono quella orrenda notte. E poscia l’Aurora col suo rosato carro ne apportava la novella del vegnente giorno, Venere già levata in piedi, e avendo fatto chiamare a sè Psiche, le disse queste parole: Vedi tu là quel fronzuto bosco, il quale è circondato dalle profondissime ripe di quel corrente fiume, i cui più bassi pelaghi risguardano quel fonte vicino? quivi alcune risplendenti pecorelle a loro diletto si vanno liberamente godendo quella pastura: io voglio che della preziosa lana delle auree chiome tu me ne arrechi un fiocco, con quel miglior modo che tu potrai. Andando Psiche, senza aspettare altro, più che volentieri, non già per adempire il rigido comandamento, ma per dar fine, col gittarsi giù per un di que’ balzi di quel fiume, alle sue fatiche; come fu vicina al fiume, la nutrice della soave musica, una verde canna, da un dolce mormorio d’una lieve aura divinamente inspirata, confortandola, così le disse: Psiche, da tante angosce tribolata, non macchiare le mie se-