che della lor figliuola avvenuto fosse, nel continuo pianto e nella lunga doglia s’andavano invecchiando. Ed essendo pervenuta la fama del doloroso accidente agli orecchi delle due maggiori sorelle; afflitte e meste, abbandonata la propria casa se n’eran venute anzi al cospetto de’ lor genitori a condolersi con loro di tanta fortuna. E la medesima notte che elleno da casa s’erano partite, il marito di Psiche, il quale dal vedere in fuori non era avaro di soddisfare agli altri sensi, prese a parlare alla mogliera in questa guisa: La crudel Fortuna, la mia dolcissima Psiche, ti tende una pericolosa trappola, la quale con grandissima cautela ti fa mestiero cercar ch’ella non iscocchi: le tue sorelle, turbate per la falsa credenza della morte tua, ti vanno ricercando per ogni contrada, e tosto arriveranno a questo scoglio; delle quali se alcuno lamento ti venisse udito per isciagura, non solamente non risponder loro, ma non ti curar più di riguardarle; perciocchè altrimenti facendo, a me procacceresti dolor grandissimo, e a te la tua manifesta rovina. Acconsentì la mogliera agli ammonimenti del marito, e promiseli di far tutto quello ch’egli le ’mponeva. Ma essendo poscia partito al partir della notte, la miserella con amare lagrime tutto il vegnente giorno s’andò consumando, e dicendo infra sè stessa, che allora conosceva la sua disavventura; posciachè rinchiusa in così bel carcere, priva del colloquio umano, non solamente non potea aiutar le sue sorelle, che per lei cercare fussero affaticate, non con bagno, non con cibo, non con alcuna ricreazione sovvenirle; ma non pur l’era concesso riguardarle. E stata tutto il giorno in questo travaglio, venuto la notte, se n’andò a dormire: nè vi andò guari, che il marito tornato un poco più avaccio che l’usato, entratosene accanto a lei, e abbracciandola e baciandola, che ancora piangeva amaramente, come se di lei si volesse dolere, le disse: Così adunque, la mia Psiche, mi hai osservato la promessa? che poss’io dunque tuo marito più ripromettermi del fatto tuo? che sperare? posciachè il dì e la notte, e