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94 dell'asino d'oro

essere tratta per forza della mia casa, della camera, del letto finalmente, e per luoghi strani e inaccessibili chiamare il nome del mio sfortunatissimo consorte! Ed egli, come più tosto si vedeva privato de’ miei abbracciamenti, ancor tutto pieno d’odori e di profumi e di ghirlande di fiori, volendo seguitare chi con altrui piedi contra sua voglia velocemente lo fuggiva; e mentre che egli tutto infuriato per gridare come gli era stata rapita la moglie, chiama l’aiuto del popolo; uno de’ ladroni, commosso dalla indignazione della importuna persecuzione, preso un gran sasso che gli giaceva a’ piedi, e datogliele in sul capo, l’ammazzò. Io adunque, impaurita da così paurosa e orrenda visione, tutta tremante dal funesto sonno mi risvegliai. Allora la vecchia, mossa a compassion della sua disgrazia, sospirando anch’ella, le disse: Deh per mia fe’, sta di buona voglia, la mia fanciulla, nè ti spaventare per le vane figure del tuo sognare; imperocchè, oltre a che tu dèi sapere che le imagini de’ sogni del giorno son vane, eziandio quelle della notte riescono al contrario il più delle volte: il piangere, l’essere battuta, strangolata, alcuna volta significano presto e buon guadagno; e per lo contrario, il ridere, empiere il ventre di saporitissime vivande, prendersi delle dolcezze di Venere, riescono bene spesso con danno e vergogna di chi le sogna. Ma io con una mia bella novella, così vecchia come Io sono, mi voglio sforzare di levarti dal cuore tanta maninconia: e cominciò.


comincia a favola d'amore e psiche


Fu una volta un re in una certa città, e una reina, al tempo degl’Iddii, i quali avevano tre figliuole tutte e tre bellissime; ma le dua di più tempo, ancorchè, come io ti ho detto, fossero di singolar bellezza, potevan pure essere annoverate fra le donne umane: ma quella minore era adornata di sì maravigliosa e divina bellezza, ch’egli non sarebbe possibile esprimerla con