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libro quarto 91

più due, io mi levassi da tavola; allora, avendo da empiere così gran ventre, io maciullai sino al terzo canestro; e stetti, per abbreviare, invasato tanto intorno a quell’opera, che il giorno mi assaltò. Pure allora, trafitto da una certa vergogna asinina, partendomi nondimanco malvolentieri, me ne andai ad un orto quivi vicino, e mi vi trassi la sete a mio diletto. Nè vi andò guari, che i ladroni tutti affamati e stanchi se ne tornarono a casa senza fardello alcuno e senza pure una vesticciuola aver seco; e con tante arme, quante egli avevano, e con ogni loro sforzo, e’ ne menarono una sola verginella: la quale piangendo a caldi occhi, e stracciandosi le ricche veste e i biondi capelli, col leggiadro volto, co’ modesti lineamenti, col nobile aspetto e una certa degnità matronale, dava indizio d’esser una delle prime fanciulle di quelle contrade. Ell’era finalmente così bella, che a me, così asino come io era, piacque ella maravigliosamente. Alla quale, messa che l’ebbero in quella caverna, poco conto facendo de’ suoi rammarichi, parlarono in questa guisa: Sii certa e sicura e della vita e dell’onore: ma però dona un poco di pacienza al nostro guadagno, acciocchè i tuoi genitori, facendoci parte della moltitudine delle loro tante ricchezze, ancorchè e’ ne sieno soverchio ingannati, soccorrano, col riscuoterti con pregio alla nobiltà del sangue tuo conveniente, a quegli i quali la necessità della povertà ha ridotti a fare quest’arte. E avendole cincischiate così là queste parole, indarno cercarono di consolare la poveretta, imperocchè ella allora, messosi il capo fra le ginocchia, piangeva più dirottamente che prima. Perchè essi, chiamata quella lor vecchierella, le comandarono ch’ella se le mettesse a sedere accanto, e con quel miglior modo ch’ella sapeva si sforzasse di confortarla. E così dicendo, uscitisene fuori, se ne ritornarono alle loro ordinarie faccende. Nè potè già la meschina giovane, per alcuni conforti che le desse la vecchia, lasciare ovver diminuire il grave dolore; anzi alzando più la voce, e tuttavolta rinforzando il pianto,