|
Di M. Pietro Andrea Matthioli. |
7 |
no molto al petto allo stomacho, al fegato, et
alle viscere di tutto il corpo, per riportare elle
seco la mala qualità del Piombo con cui si
distillano. Et però ben diceva Galeno nel settimo
libro delle compositioni de i medicamenti
secondo i luoghi al secondo capo nella
sua confettione fatta di capi di Papaveri,
che si deve fuggire l’acqua che si conduce per
canali di Piombo, imperoche la genera la disenteria,
et scortica le budella. Et che così sia
se ne vede manifestamente l’essempio nell’acqua
dell’Assenzo fatta con lambicco di Piombo
per esser ella dolce, et non amara. Il che
non d’altronde le avviene (come ne dimostra
la quotidiana sperienza) che da i lambicchi di
Piombo con i quali si distilla. Et ciò non solamente
si gusta nell’acqua dell’Assenzo, ma
in tutte le altre che si fanno di herbe di natura
calde, et acute, come sono quelle del Pulegio
della Menta, della Calamitha, del Thimo,
della Satureia, et altre simili; Imperòche infettandosi
la interna parte del lambicco di
Piombo per la molta acutezza del caldo vapore
di cotali piante che continuamente percuote,
si viene pian piano à calcinare, et convertirsi
in sottilissima biacca, la quale mescolandosi
con l’acqua, che distilla, la fà diventar
dolce, perche tale è il suo sapore. Il che spesse
volte si vede manifestamente nel Sedime,
overo feccia bianca, che fanno cotali acque
nel fondo de vasi ove si riposano, qualche
giorno; et massimamente in quelle, che si destillano
con le Campane nuove. Imperoche
quelle, che sono state usate per lambiccare
qualche tempo hanno già fatto di dentro per
tutto una crosta, come di Gelle, la quale osta-