Pagina:L'arte della cucina, 1917.djvu/200

198 l'arte della cucina.

melle, bagnando il tutto con un po’ di sugo. Quando questi ingredienti saranno cotti, tagliateli a pezzetti e aggiungetevi 30 grammi di prosciutto, tagliato a strisce; 70 grammi di tartufi, tagliati a fettine sottili; un pugnello di funghi secchi, già rammolliti nell’acqua calda, ed una presina di noce moscata, mescolando tutto insieme.

Preparate pure una besciamella con metà dose del Num. 145.

Intanto tenete pronta una pasta frolla composta con 500 grammi di farina, 180 grammi di burro, 70 grammi di lardo, 200 grammi di zucchero, 2 uova intere, nonché un torlo in più, e l’odore di scorza di limone.

Quando avrete pronto ogni cosa, ungete col burro le pareti interne e il fondo della forma nella quale volete fare il pasticcio, e intonacatela con una parte della sfoglia, che avrete a tale uopo già spianata all’altezza di uno scudo. Sgrondate poi i maccheroni dal sugo superfluo, e distendetene un suolo, che condirete con parmigiano grattato (170 grammi per tutto il pasticcio), con alcuni pezzetti di burro messi qua e là, e con qualche cucchiaio di besciamella e rigaglie. Continuate così finché avrete roba, riempiendone la forma.

Infine tirate col matterello il rimanente della pasta e ricopritene i maccheroni. Poi fatene 2 strisce colle quali rinforzerete la copertura ponendovela sopra in croce. Avvertite di attaccare bene insieme gli orli della pasta. Dorate in ultimo la superficie con un rosso d’uovo, e mandate il pasticcio a cuocere in forno, oppure cuocetelo in casa nel forno da campagna. Servitelo caldo.

Fatto nella suddetta dose serve per 12 persone.

576. - Pasticcio di cappelletti.

Questo pasticcio non differisce dal precedente che in questo: vale a dire che, invece di maccheroni, si adoprano i cappelletti alla bolognese, descritti al Num. 102.

577. - Pasticcio di riso alla lombarda.

Prendete la forma prescelta, e dopo averla unta internamente con burro liquefatto, intonacatene le pareti ed il fondo al di dentro con la pasta descritta al Num. 546, la quale avrete all’uopo spianata col matterello sino alla grossezza di uno scudo, o poco più. Versatevi allora il risotto descritto al Num. 98, senza però aggiungervi lo zafferano, e con un cucchiaio praticatevi nel mezzo un vuoto, spingendo il riso all’intorno contro le pareti della forma: indi mettete in questo vano una minuta di rigaglie, già preparata a parte, come è descritto al Num. 435, sopprimendo però l’agro di limone; terminate di riempire la forma con uno strato