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RAGIONAMENTO 67

Polluce scolpiti nel sestante de’ volsci. Il segno delle tre oncie nel quadrante di Tivoli s’accompagna alla triscele forse per la medesima ragione. Ma e perchè queste monete onciali coniate in Tivoli mancano d’asse e di semisse? Di coteste serie di monete mancanti d’asse, o a dir più vero mancanti di testa, ne troveremo altri esempj in altre provincie. Vedremo altrove ciò che qui: la moneta primitiva costituire la serie intera, senza che vi manchi alcuna delle monete per lei necessarie: per opposto la serie medesima diminuita o trapassata dalla fusione al conio rimanersi senz’asse. Siccome poi la serie primitiva appartiene all’epoca della piena indipendenza di quella città o popolo, a cui spetta, laddove la serie diminuita o coniata discende a’ tempi della totale o della parziale soggezione di quella città all’impero di Roma, cosi ne va per la mente il sospetto, che queste serie si truovino acefale, perchè in verità erano capite minores i cittadini che le segnavano. Roma oltraggiosa in tanti altri partiti verso le debellate genti stimava eccesso di liberalità il concedere a’ popoli conquistati l’uso delle proprie zecche. A parecchi forse non concedè l’asse che è il capo della serie, perchè volea essa sola essere riconosciuta per capo. Altri deciderà del valore delle nostre congetture in attribuire a Tivoli queste due diverse forme di monete. Ne giova sperare, che minori difficoltà sia per incontrare la ragione a cui attribuiano questa imperfezione di serie. Tivoli sarebbe chiaro argomento deir orgoglio romano nella serie imperfetta, nella epigrafe non sua ma romana, e nella insegna della lupa che allatta i gemelli non solo nel bronzo, ma ripetuta per comando di Roma eziandio nell’argento. V’è di più. Il triente, il sestante, l’oncia e la semoncia della nostra Tavola XII. non ne ha finora somministrata alcuna pruova di diminuzione nel loro peso. Il quadrante invece con qualche frequenza ci si aflaccia diminuito, e ben cinque tali diminuzioni conserviamo in questo museo, quattro delle quali compariscono nella stessa Tavola XII. Sarebbesi ella mai questa Roma ravveduta e pentita di sua eccessiva benevolenza verso i tiburtini; e dopo aver limitata la concessione alle monete minori del semisse, avrebbe loro tolto anche il triente, il sestante, l’oncia e la semoncia? E per qual altro titolo il solo quadrante si accompagna passo a passo con le diminuzioni della moneta romana, quando l’altre quattro si rimangono inalterabili?

DELLE MONETE RAPPRESENTATE NELLA CLASSE DELLE INCERTE.


In queste tavole incontransi due assi quello del n. 1. T. I. e l’altro della T. XI. classe I., che rimosso da quel non suo luogo, passa tra gl’incerti: due semissi T. I. n. 2. T. II. n. 1. forse quattro trienti T. I. n. 3. T. II. n. 5.T. III. n. 4. 7. sette quadranti T.II. n. 2. 3. 6. 8. T. III. n. 1.8. 9. 10. 11.: cinque sestanti T. I. n. 4. T.II. n. 4. 7. T. III. n. 3. 5.: tre oncie T. I. n. 5. T. III. n. 6. T. IV. n. 1,: una semoncia T. I. n. 6. Nelle tavole