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terreno mediocre; 39669 di terreno buono, dei quali però soli 1964 in regione accidentata ed i rimanenti 37765 in piano. Dedotti questi dalla lunghezza di questo tratto di canale, sulla lunghezza di circa 59 Kil. ne troviamo quindi soltanto il 3.40 % di terreno buono, e il 30.5 di terreno pessimo.

E badisi, che anche in base alle indicazioni della Relazione 1889, sopra 115 km. dalla fonte a Minervino Murge, dove incomincia il suolo calcare, ve ne sono meno di sei in terreno che possa dirsi costruttivamente buono; 35 km. sono in terreno pessimo, cioè argille scistose e scagliose, ed il rimanente in terreni più o meno franosi, come argille, sabbie, conglomerati, arenarie alternate a marne scistose, tufi vulcanici; tutte roccie le quali, anche quando sembrano stabili, col tempo per l’erosione atmosferica si fanno meno coerenti e quindi facili a scoscendere. Secondo il progetto del 1900 vi sarebbero poi in questo tratto 24 km. di terreno pianeggiante verso le Margie, ma quivi i sifoni dovranno affondarsi nel terreno argilloso, e per poco che sotto le enormi pressioni l’acqua travasi da questi, vi saranno da temere delle deformazioni, causate dall’irresistibile rigonfiamento della roccia, diverso da luogo a luogo e che può determinare diverse rotture.

Qualunque modificazione sia apportata al tracciato, si è nel dilemma di affrontare le frane superficiali o le spinte in galleria; perchè i terreni da percorrere e da attraversare sono in ogni caso i medesimi: argille scagliose e scistose, argille compatte, sabbie argillose, tufi vulcanici e poche altre rocce più compatte.

Tantochè si può pensare che se fosse stato domandato il parere di uno più geologi prima ancora di porre in istudio, con tante spese e collo sforzo di tanti e così distinti ingegni, i vari progetti di un acquedotto unico per le Puglie, con acqua derivata sia dal Sele che dal Calore, con ogni probabilità si sarebbe abbandonata ogni idea di una consimile impresa e studiata invece l’altra questione del come utilizzare l’acqua del sottosuolo; la quale si è lasciata alle disquisizioni ed alle induzioni dei dotti, trascurate però le esortazioni del migliore conoscitore della geologia pugliese, che è, senza contrasti, il professor Cosimo De Giorgi.

Qualora poi il lettore voglia formarsi un’idea dell’accennato espediente, col quale gli autori del progetto si proposero di evitare le gravi difficoltà di questo tratto mediante le numerose gallerie quivi progettate, ecco un altro specchietto dei terreni che queste dovranno attraversare, similmente classificati.

Galleria Materdomini . . . m. 1670 arenarie,calcari,marmosi,argilloscisti ― mediocre.