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per molti dei quali fa poscia, per ragioni di sicurezza, necessario procedere alla demolizione.

Sappiamo che il brusco movimento del suolo — rimasto poi agitato per tutto il restante dell’anno da repliche più o meno numerose ed intense — fece aprire nei monti circostanti all’abitato di Caposele diverse spaccature e procurò il distacco ed il movimento di varie frane.

Gli effetti rovinosi di questo terremoto si mostrarono assai circoscritti: però danni lievi soffersero pur anco Chiusano, Atripalda e Salerno, mentre d’altra parte la scossa fu sensibilmente avvertita dalle persone entro una zona di circa 90 Km. di raggio. Ciò prova che l’impulso non è stato sì superficiale come a prima vista farebbe ritenere la piccola estensione dell’area epicentrale.

Però riguardo a questo terremoto è necessario riconoscere che i violenti effetti dinamici riscontrati a Caposele in parte sono derivati dalla vicinanza della località al centro superficiale di scuotimento, ed in parte dalla natura del terreno sopra cui posa l’abitato: suolo come ò detto eminentemente predisposto a franamenti.

Lo studio topografico dei terremoti à messo in chiaro un fatto fondamentale intravvisto dal Serpieri, che cioè i terremoti corocentrici di una data regione si identificano fra loro e dipendono da fissi e determinati centri di attività sismica.

La storia di quelli che ànno scossa la nostra penisola — storia che se attraente per il sismologo, il quale trova un vasto campo di studio, una messe copiosa di fatti, ò dolorosa invece per gli immani eccidi che ànno causato le rovine e per i danni immensi che ànno recato le concussioni telluriche — ci comprova la veridicità dell’aforisma sismologico che, cioè, una regione la quale è stata in passato scossa, si scuoterà pur anco nell’avvenire.

Ora siccome il luogo di presa del nostro acquedotto viene a trovarsi appunto entro un’area mesosismica ben individuata, possiamo già fin d’ora dire che un violento risveglio di tale centro potrà riuscire anche fatale, causando danni agli edifici idraulici, ed alterando magari il regime delle sorgenti.

Le variazioni che queste subiscono in causa dei terremoti costituiscono uno dei fenomeni noti fin dalla remota antichità: ma se fino ad un certo punto di lieve momento possono pel nostro caso specifico riuscire quelle temporanee — alle quali gli antichi osservatori ànno data importanza soverchia — le mutazioni permanenti nella circolazione sotterranea delle acque dipendenti da variazioni, e da chiusure verificantisi nella rete