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levamento con rottura e salto di strati successo in Vallachia per il terremoto del gennaio 1838, secondo i rilievi di Schueller; e quello messo in luce dalla torre di Terranova di Calabria, in occasione dei memorandi terremoti del 1783 e figurato nella nota relazione fatta dal Sarconi. Ricorderò infine come nel grande terremoto giapponese del 28 ottobre 1891 presso Midori si sia prodotta una immane fenditura con un salto di circa m. 6 e con spostamento orizontale di m. 4, messi in evidenza dalla rottura e spostamento dei capi d’un viale.
È utile pur anco tener presente che l’analisi dei maggiori terremoti ci à fatto conoscere che l’azione distruttrice di una commozione sismica, a parità di altre condizioni, riesce sempre maggiore nei terreni incoerenti, specie in quelli di tenue spessore poggianti sopra roccie compatte.
Inoltre sempre s’è verificato che gli scoscendimenti causati da terremoti sono stati più numerosi nelle località predisposte a franare, o dove lembi superficiali si addossano a formazioni solide ed inclinate. E qui al certo il moto sismico rappresenta la causa prossima che determina il movimento di masse pronte a scoscendere. Ricorderò a tal uopo la grande frana di Dobratsch che cominciò il suo fatale cammino per il parossismo del 1348: esempì numerosissimi si ebbero pure in Calabria nel 1783: e fra i più recenti ed assai istruttivi giova accennare i fenomeni franosi determinatisi nell’Alpago in occasione dei terremoti Bellunesi del 1873 descritti da Pirona e Taramelli.
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Giunti a questo punto mi pare ovvio concludere dicendo che il tracciato dell’acquedotto, specie da Caposele ai pressi di Venosa, sismologicamente parlando, si presenta in condizioni assai sfavorevoli.
Sotto l’aspetto considerato nella presente nota per assicurare la maggior stabilità all’opera sarebbe necessario evitare nelle zone epicentrali i grandi manufatti allo scoperto e far decorrere il tracciato non «a mezza costa» ma bensì in galleria. I dati fino ad ora raccolti nella vasta letteratura sismologica portano a queste conclusioni. Qualunque possa essere la ragione (e qui non è il luogo adatto per discutere) sappiamo che nè nelle miniere, nè entro le gallerie generalmente si avvertono i terremoti. Anzi nel grande parossismo di Liguria del 1887 in nessuno dei molti sotterranei valichi della ferrovia Genova-Nizza, anche in quelli