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libro secondo. 71

dando a sperare gran premio a chi ammazza il principe, e minore in proporzione per la testa degli altri, che proscrivono, cioè i consiglieri, i quali, dopo il principe, sono autori delle ostilità. Ma danno doppia ricompensa a chi li presenta vivi, ed anco invitano con larghe promesse gli stessi proscritti ad andare contra i loro popoli, e perdonano a quelli ogni passato fallo. Così gl’inimici in breve tempo hanno sospetto di tutti gli uomini, nè si fidano tra loro medesimi, laonde si trovano in gran pericolo e timore. Ed è più volte avvenuto, che in buona parte di essi, e tra questi il principe, siano stati traditi da coloro, nei quali aveano maggiore speranza. Tanto facilmente vengono spinti ad ogni scelleraggine gli uomini coi doni, i quali sono dati dagli Utopiensi in questi casi senza misura alcuna, perchè considerando a quanto pericolo li confortano, studiano di ricompensarneli con la copia dei beneficj. Perciò promettono, ed attendono poi con effetto, non solamente gran somma d’oro, ma eziandio grandi rendite in luoghi sicuri appo gli amici. Questa foggia di apprezzare e mercare il nemico, biasimato appo le altre nazioni, e riputato di animo vile e crudele, appo loro è tenuta per gloriosa impresa. Poichè si credono in questo prudenti, che forniscono guerre grandissime senza venire a conflitto, e pietosi, perchè con la morte di pochi salvano la vita di molti, che morirebbero nei fatti d’arme, parte dei cittadini, parte dei nemici, dei quali hanno quasi tanta pietà come dei loro propri, sapendo che non vengono alla guerra spontaneamente, ma spinti dal furore dei loro principi. Se loro ciò non riesce, seminano e nodriscono discordie tra nemici, dando speranza di ottenere il regno al fratello del principe, o a qualcuno che vi possa aspirare. Quando non valgono queste sedizioni, eccitano i popoli vicini a guerreggiare contra i nemici con mostrare loro qualche ragione, che abbiano nel paese di quelli, e promettendo di favorirli danno ad essi danari copiosamente. Ma di rado vi mandano i loro cittadini, i quali tengono tanto cari, che