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libro secondo. 65

dalla compagnia abbandonata. Avviene alle fiate, che i coniugi non si confacendo dei costumi, e trovando amendue con chi sperano di vivere più soavemente, si separano, e rimaritansi, con l’autorità però del senato, il quale non ammette il divorzio, se prima non ne conosce e non ne fa dalle proprie donne investigare le cause. Ed anco si rende difficile a questo, acciocché non si speri di mutar facilmente il matrimonio. Gli adulteri si puniscono con durissima servitù: e se alcun di essi non era celibe, si concede che i coniugi offesi, ripudiati gli adulteri, si maritino insieme, ovvero con altri. Ma se quello che è offeso, tanto ama l’offensore che non voglia fare divorzio, non gli è vietato di mantenere il matrimonio, purché voglia seguire nell’opera il dannato. E sovente è avvenuto, che la sollecita pazienza dell’innocente ha ottenuto la libertà al colpevole. Ma chi adultera dopo questo perdono, è punito nella testa. Alle altre colpe non si assegna determinato supplicio, ma secondo il mancamento segue il supplicio più o men grave come pare al senato. I mariti castigano le mogli, i padri i figliuoli, se non fosse qualche enorme mancamento, che si dovesse punire pubblicamente. Ma quasi tutte le gravi colpe sono punite con servitù, il che non meno spiace agli scellerati, ed è più comodo alla repubblica che ucciderli, perchè giovano più con la fatica che con la morte, e con l’esempio continuo ammoniscono gli altri a guardarsi da simili colpe. Se in tale stato sono perversi ed inobbedienti, allora come bestie indomite gli uccidono. I pazienti non sono fuori di speranza, che tollerando i travagli e le fatiche, e mostrando che più loro spiaccia il peccato che la penitenza, non siano francati o venga loro mitigata la servitù per autorità del principe o suffragi del popolo. Non meno puniscono chi ha provocato alcuna persona a lussuria, che se avesse commesso l'errore: parendo loro che la volontà determinata a peccare, ancorché non possa venire ad effetto, sia degna dello stesso supplicio. Si pigliano piacere de' buffoni, ma

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