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libro secondo. 35

nite: in queste vanno ad abitare i cittadini a vicenda. Niuna famiglia rusticana ha meno di quaranta persone, oltre due villani. Ad essa è preposto un padre ed una madre di famiglia per età e costumi ragguardevoli, e ad ogni trenta famiglie dassi un capo. Tornano nella città ogni anno venti di ciascuna famiglia, i quali sono stati in villa due anni. In luogo di questi vengono altri venti dalla città, perchè siano nelle opere villesche ammaestrati da quelli, che per esservi stati un anno, sono di tali opere più esperti; e l’anno vegnente ammaestrino gli altri, a fine che non si trovino tutti del lavorare i campi ignoranti, e nel raccogliere la vettovaglia non commettano errore. Benchè questa foggia di rinnovare gli agricoltori sia solenne, acciocchè niuno sia astretto di continuare la vita rusticana più lungamente; nondimeno molti, dilettandosi dell’agricoltura, impetrano di starvi più anni. Gli agricoltori coltivano il terreno, nodriscono gli animali, apparecchiano le legne, e le portano alla città per terra o per mare, come viene loro più in acconcio, fanno nascere con mirabile artificio un’infinità di polli, senza che covino le galline, ma con un caldo proporzionato, e come madri gli accompagnano e governano. Nodriscono pochi cavalli, e feroci, dei quali si servono solamente per lo imprese che si fanno a cavallo; perchè ogni fatica di coltivare e condurre le cose loro fanno con opera dei buoi, i quali benchè siano più lenti che i cavalli, tuttavia sono alla fatica più pazienti, e meno soggetti alle infermità: oltre che riescono di minore spesa, e quando più non vagliono alla fatica, si possono mangiare. Usano di seminare solamente il frumento, bevono vino di uva, di pomi o di pera, ovvero l’acqua pura, che talvolta cuociono con miele o liquirizia, della quale hanno copia. E quantunque sappiano quanta vettovaglia si consuma nella città e nel contado, nondimeno seminano di più, per darne ai vicini. Ogni istromento richiesto all’agricoltura si piglia nella città dai magistrati, senza costo alcuno; e molti la concorrono ogni