rete le anime vostre». Non mi sdegno, rispose il frate, o ladrone, e non pecco, dicendo il salmista: «Sdegnatevi, e non vogliate peccare». Ed essendo dal cardinale benignamente ammonito, che si temperasse, egli rispose: Io parlo, signor mio, solamente per buono zelo, come fecero i santi uomini, laonde è scritto: «Lo zelo della casa tua mi mangiò.» Coloro che schernirono Eliseo sentirono quanto poteva lo zelo del calvo; come sentirà forse questo ribaldo beffatore. Forse ti muovi, disse il cardinale, a buon zelo; ma faresti da prudente a non ti fare con un buffone schernire. Non farei, signor mio, rispose egli, più saviamente a tacere, dicendo il savio Salomone: «Rispondi al pazzo secondo la sua pazzia»: e se furon i puniti molti per ischernire un calvo, che seguirà a
questo beffatore dei molti frati, tra i quali sono assai calvi, ed abbiamo privilegio papale che chi ci beffeggia sia scomunicato. Il cardinale vedendo costui non far fine accennò al buffone che si partisse, e mutato
acconciamente il parlare, poco appresso diedesi ad udire le cause de’ suoi clienti, e ci mandò via. Ecco, o Moro, quanto ho ragionato a lungo, vedendo che ti piaceva udire a punto il tutto: ed era necessario ch’io lo narrassi per farti vedere il giudizio di quelli che aveano sprezzato il mio parlare, e poi come parassiti lo confermarono, vedutolo confermare dal cardinale; laonde puoi comprendere quanto stimerebbono i miei consigli i cortigiani. Io gli risposi: il tuo prudente e sollazzevole parlare, o Raffaello, mi è sommamente piaciuto; e mi è paruto, non solo trovarmi nella patria, ma eziandio ringiovenire con la gioconda memoria di quel cardinale, nella cui corte fui da fanciullo nodrito; ed amoti assai più, vedendoti alla memoria di tant'uomo affezionato. Tuttavolta sono pur del medesimo parere, che non ti spiacendo tanto, vogli entrare nella corte di un principe, dicendo il tuo Platone: saranno felici le repubbliche che si reggeranno dai filosofi, ovvero se i re si daranno alla filosofia. Quanto si allonta-