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del reame degli orsi. 185

naria e crudele, come pure per un’altra ragione era fiera e barbara in quello della giurisprudenza e del gius feudale. Saranno inoltre posti in mostra i vantaggi grandi della filosofia finchè ebbe la bontà di stare attaccata al buon senso, alla semplicità ed alla rettitudine, ma poi scoprirannosi i danni grandissimi ed irreparabili dello spirito accademico, della rilassatezza delle opinioni, e di quello che dicevano i Greci fare d’ogni erba fascio. A dire la verità se non m’avessero pregato gli amici, supplicato principi e gran soggetti, ed esortato tutte le accademie di Londra, di Parigi, di Portogallo e di Spagna (nelle quali quella di Arcadia non c’entra), io non avrei dato alle stampe questa grand’opera; poichè per quanto io vaglia a conoscermi, io sono il più vergognoso, prudente e modesto di quanti autori m’abbia mai conosciuto e sia per conoscere.

Sono discordi d’opinione gli autori di tutte le effemeridi, se fosse in una valle della Scandinavia, o sulla vetta d’un monte, che viene dal latino Vertex e dal greco ζροβιοζ, nella Groelandia, oppure se sur un larghissimo scoglio nel mare Magellanico; sono incerti, dico, gli uomini dotti in quale di questi tre siti nascesse e dimorasse la stirpe, il reame ed il governo degli Orsi. Io però, sapendo che ogni nazione vuol assolutamente aver il piacere di fondare su principj certi la sua origine, non ho voluto defraudare il pubblico di questa importante notizia; e per quanto ho potuto rilevare da un vecchio e affumicato volume, che sta tra i membranacei della biblioteca del principe Tempo, discendente da madama Oscurità e da quel notissimo filosofo Obblio, sono di parere che sieno scaturiti dalla terra quello stesso giorno che incominciò il zodiaco ad essere calpestato da’ pianeti, e l’acqua del mare agitata dal nuoto delle balene e de’ capi d’oglio. Questi, appena usciti alla luce del giorno dalla parte d’Oriente (poichè la prima cosa a cui badarono fu il Sole) si trovarono robusti, con orribili denti ed ugne che mettevan terrore, e con una fame divoratrice, per la quale