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prefazione. xix


parimente sopra di me autorità signorile, proseguisca pur sempre di bene in meglio.

Tommaso Moro, sia superfluo aggiungere, vostro, essendone voi più che certo, avendomi comprato con tanti benefizj; e poi son di tal condizione, oggimai che poco o nulla rileva notare di chi mi sia, ecc.»

Ed al certo così pio signore, quale fu il Bonvisi, per la liberalità usata col Moro e con gli altri perseguitati cattolici, non solo nella sua persona ebbe gran rimunerazioni da Dio; ma perciò benedetta la sua nobile prosapia venne a risplendere con le sacre mitre, e con degnissime porpore vaticane, che tuttavia pur durano con decoro.

Pietro Giordani, uomo letteratissimo e di gusto sicuro, disotterrò questa versione dell’Utopia e Vincenzo Ferrario la pubblicò in Milano nel 1821. Noi diamo la sua lettera; non diamo il sunto della vita del Moro, che ei consigliò, sebbene fosse compilato da Giuseppe Montani, scrittore di gran giudizio e valore. E la ragione si è che non ha nessun pregio singolare di pensiero o di stile, e le notizie che contiene si posson trovare da per tutto; anzi assai vantaggiate dalle ricerche ed elaborazioni moderne. Lasciamo anche la dedicazione del Doni a Gerolamo Fava, non contenendo che frasi di complimento al dedicatario o al libro, assai comuni ed insignificanti.

Rispetto all’Utopia seguimmo l’edizione del Ferrario, riscontrandola al bisogno col testo latino. Quanto alla Città del Sole e alle Questioni dell’ottima repubblica, la seconda edizione di Lugano (tipografia della Svizzera Italiana, 1850), tenendo anche sott’occhio la materiale ristampa del Pomba, Torino 1854. Se non che, ne’ nostri dubbj ricorrendo al testo latino della Città del Sole, ci vennero corretti parecchi luoghi, che non istaremo ad accennare, perchè ai lettori comuni non importerebbe, e i periti vedranno da sè che