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158 | questioni. |
cittadini: e a questi la vita dei monaci. Ma provate, e vedrete i religiosi non mai per la severità della disciplina si rivoltano, ma se avviene è pel commercio dei laici, per l’ambizione degli onori e l’amore della proprietà o per libidine, ma nella nostra repubblica si è provveduto e sfuggito tutte queste cagioni. Dunque non prova l’esempio di quelli.
Alla sesta obbiezione. Noi anzi cerchiamo di far tesoro per la nostra repubblica delle osservazioni dell’esperienza, della scienza di tutta la terra, e a questo fine abbiamo stabilito peregrinazioni, comunicazioni di commercio e ambasciate. Nè i monaci si privano di questi beni mutando spesso città e provincia, nè l'ignoranza dell’esperienza si dà a vedere nei migliori monaci, ma solo nei volgari. Le loro querele poi giovano perchè meglio si discutono le cose, e si rischiarano, e alla fine si acquietano pure tutti i virtuosi. E tu non troverai che in alcun luogo più si sia fatto per la dottrina e la conservazione delle scienze che negli ordini dei monaci e dei frati. E i monaci antropomorfiti, insorti contra Origene ad istigazione del maligno Teofilo patriarca, non ottennero nulla dopo un esatto esame. Ma è chiaro che tali sedizioni non avverranno nella città del Sole. Il monachismo è stato ritrovato per l’aumento della santità e della scienza, non per rendere pesante la sudditanza, come pretendono gli ipocriti.
ARTICOLO SECONDO.
Se sia più conforme alla natura, e più utile alla conservazione e all’aumento della repubblica e dei particolari, la comunanza dei beni esterni come sostengono Socrate e Platone, oppure la divisione difesa da Aristotile.
Prima obbiezione. Contro la comunanza dei beni Aristotile nel 2.° libro della Politica argomenta in questo modo: o in questa comunanza, dice, i campi sarebbero