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a cui rimediano con cibi sani e nutritivi. Guariscono le tisi con bagni dolci, con latticinj, con l'amenità d’abitazioni campestri, con moderato e piacevole esercizio. La sifilide non può far progressi, perchè lavano spesso i corpi con vino, li ungono d’olj aromatici, e sudando sciolgono il vapore fetido da cui deriva la corruzione del sangue e delle midolla. Rare poi sono le tisi, non soffrendo essi che pochissime volte catarri polmonari, ed appena conosciuta è quella specie d’asma, originato dalla crassezza degli umori. Le febbri infiammatorie sono guarite con bevande d’acqua fredda, le effimere con odori e densi brodi, o col sonno, colla musica e coll’allegria. Contro le terzane usansi emissioni di sangue, rabarbaro od acqua, entro alla quale furono bollite radici d’erbe purgative ed acido. Finalmente sanano le quartane incutendo improvvise paure, o trattandole con erbe d'indole opposta alla quartana e con altre simili cose, e mi mostrarono vari segreti contro esse. Uno studio maggiore pongono a guarire le febbri continue, da cui più temono, e sforzatisi d’arrestarle studiando le stelle e le erbe, e levando preghiere al cielo. Le febbri quintane, sestane, octane, mancano quasi affatto, perchè non esistono fra loro temperamenti ignavi. La mondezza e la robustezza dei corpi è conservata coll’uso dei bagni, d’olj come appresso gli antichi Romani, e d’altri opportuni segreti da loro scoperti, le quali cose tutte giovano pure contro il morbo sacro da cui sovente vengono molestati.

G. M. Questa malattia è indizio di non ordinario ingegno ed andaronvi soggetti gli uomini più celebri come Ercole, Scoto, Socrate, Callimaco e Maometto.

Amm. Essi la combattono con preghiere, indi rinvigorendo il sistema nervoso del capo mediante sostanze acide od eccitanti, come pure con brodi pingui condensati dal fiore di farina di frumento.

Grande è l’abilità loro nel preparare le pietanze. Mischianvi noce moscata, miele, burro, e copia di aromi corroboranti. Correggono la soverchia pinguedine ap-