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116 | la citta' del sole. |
i cavalli, gli elefanti, a maneggiare la spada, la lancia, l’arco, le fionde, a cavalcare, ad inseguire, a fuggire, a restare in ordinanza, a soccorrere il compagno, a prevenire con ingegno il nemico, in una parola a vincere. Anco le donne imparano quest'arte sotto appositi maestri e maestre; onde all’occorrenza possono portare soccorso agli uomini trattandosi di guerra non lontana dalle città, o di difenderne le mura se mai inaspettata invasione tentasse sorprenderle, ed in questo portano a cielo le Spartane e le Amazoni. Esse quindi sanno scagliare palle infuocate cogli archibugi, formarle col piombo, lanciare pietre dall’alto, andare all'incontro dell’impeto nemico: così dalla frequenza di simili esercizj vengono abituate ad affrontare senza alcun timore ogni pericolo, e se qualcuna mostra codardia ne è severamente punita.
Gli abitanti solari non temono la morte, perchè tutti credono all'immortalità dell’anima, la quale uscita dal corpo s’accompagna agli spiriti buoni o cattivi secondo ha meritato nella terrestre vita. Sebbene siano Bramini, pure per alcune opinioni s’accostano ai Pitagorici, dei quali non ammettono la metempsicosi dell’anima, eccetto qualche rara fiata per speciale giustizia di Dio, nè s’astengono dal combattere un popolo che si mostri nemico della repubblica, della religione e dell’umanità. Una volta ad ogni due mesi si passa in rivista l’esercito, e giornaliero è lo studio pratico dell’armi sia in campo aperto, sia fra le mura. Continue pure sono le lezioni sull’arte militare, e studiano la storia di Mosè, di Giosuè, di Davidde, de’ Maccabei, di Cesare, di Alessandro, di Scipione, d’Annibale, ecc. Ciascuno può dire il proprio parere: qui operarono il bene, là il male, qui con probità, là con utilità, ecc., risponde il maestro, e sentenzia.
G. M. Contro quai genti, e per quali ragioni fanno essi la guerra e quale ne è l’esito?
Amm. Quand'anche non dovessero mai avere guerre, essi si esercitano all’arte militare ed alla caccia onde