Pagina:L'Ossola di Carlo Errera.djvu/94

84 ITALIA ARTISTICA


L’altra più nota chiesa di Domo, la B. V. della Neve, costruzione a pianta poligonale del secolo XVII, non serba più traccia degli affreschi che, nel 1519 secondo il Capis, nel 1526 secondo il Morbio, vi aveva dipinto Fermo Stella da Caravaggio per invito di Paolo della Silva; le alluvioni del Bogna, scorrente una volta, con corso assai diverso dall’attuale, accanto alla chiesa, han fatto sì che delle opere dello Stella rimangan solo le vestigia sepolte al disotto del pavimento della chiesa odierna, la quale non offrirebbe quindi nessuno speciale interesse, se essa non possedesse una dello migliori pitture a olio dell’Ossola nella tavola che adorna l’altare maggiore. facciata della chiesa collegiata parrocchiale di domodossola. Campeggia nel mezzo la Madonna col Bambino in ricca veste a fiori d’oro, rigido affresco quattrocentesco staccato evidentemente dal muro dell’antica chiesa sepolta e qui ricollocato in onore (con l’aggiunta di due angioletti dipinti assai più tardi); completano il trittico i due santi Gervasio e Protasio dipinti su tavola ai lati della Madonna, figure di nobile fattura e ricche di colore e d’ornati finissimi, — la predella dipinta al disotto colle vive figure dei dodici apostoli, — le due mezze lunette in alto con l’Annunciazione. Opere tutte, secondo ogni probabilità, dovute a uno stesso autore, che la tradizione afferma essere Gaudenzio Ferrari, ma che le iniziali F. T. P., poste sotto un dei santi, bastano a far supporre opera d’altro autore, mentre la data 1516 (la terza cifra non è leggibile con piena certezza) dà l’indicazione precisa dell’età del dipinto. Come basterebbe del resto a rivelare l’epoca anche il solo