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28 ITALIA ARTISTICA


costume di val antigorio

Se da Masera, passato il Melezzo, saliamo all’aprica Trontano dominante l’ingresso della val Vigezzo, troviamo accanto ad un forte campanile piantato, come in tante altre località ossolane, sopra uno scoglio, la chiesa di Santa Maria menzionata già in documenti dell’anno 1294. Di tale epoca appunto sembra faccia testimonianza la rozza facciata, interessante per parecchi particolari costruttivi e adorna delle solite lesene e dei soliti archetti pensili, retti da mensoline recanti deformi sculture di volti umani; una lapide, sovrapposta internamente a una delle porte minori, attesta, è vero, che la chiesa fu costrutta nel 1554 e restaurata più tardi, ma per la facciata è da credere i costruttori del secolo XVI si giovassero con poche modificazioni di quella del tempio preesistente. L’interno, a tre navate rette da grosse e tozze colonne, intonacato e dipinto con cattivissimo gusto, non merita parola alcuna.

Delle numerose borgate, disseminate a pochi minuti di cammino l’una dall’altra intorno e nel mezzo alla piana dolcissima conca di val Vigezzo, poche conservano ricordi artistici d’età lontane, poichè l’agiatezza, che a tutte le località vigezzine ha procacciato da secoli l’emigrazione laboriosa degli abitanti in Francia, in Germania e domodossola - la chiesa di s. quirico. altrove, ha fatto sorgere dappertutto nuove e linde villette al posto dei vecchi tuguri e moderne chiese suntuose ove eran le antiche ristrette e povere di luce e di fasto. Più antica di tutte, secondo la tradizione, la chiesa matrice della valle dedicata alla Vergine in Santa Maria Maggiore, menzionata già in un documento del 1022; senonchè la riedificazione avvenuta nel 1500 e