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22 ITALIA ARTISTICA

tutta la parte più alta del campanile, la rustica chiesetta conserva soltanto nel fianco destro e nell’abside semicircolare la caratteristica cornice romanica ad archetti pensili, le lesene e taluna delle finestre antiche a tutto sesto: e per questi caratteri peculiari e per tutta la vetusta rozzezza della costruzione rivela un’antichità che, se non è certo quella che la tradizione pretende (anche certe Guide parlano del secolo IV!), è pur superiore forse a quella d’ogni altra chiesa ossolana.

La stessa pianta, le stesse forme e gli stessi particolari architettonici che in san Quirico, costumi di val formazza. troviamo ripetuti nella ancor più piccola chiesetta di santa Marta in Mergozzo abbastanza ben conservata nei fianchi e nell’abside benchè posta nel fitto delle case e benchè rialzatole tutto il terreno all’intorno. Così poco discosta per cammino dal tempio (che presto ricorderemo) di san Giovanni in Mont’Orfano, la vecchia chiesa di Mergozzo sembra per la sua povertà architettonica rappresentare una forma d’arte anche meno progredita, che parrebbe quindi potersi far risalire a tempi forse più antichi del secolo IX.

Più antica ancora, prima chiesa matrice anzi di tutta l’Ossola inferiore, fu, secondo la tradizione, quella che ancor oggi dà il nome di pieve alla località di Pieve Vergonte, posta sulla destra della Toce un paio di chilometri a ponente di Vogogna. Oggi ancora ricorrono, in riconoscimento della tradizione, a quella chiesa per i santi olii tutte le parrocchie di val Anzasca e della bassa Ossola; ma dell’edificio antico, scomparso, come l’antico borgo, per le ripetute alluvioni rovinose dei corsi d’acqua vicini, nulla più rimane, e son resti più tardi un tratto di muro con traccie di antica pittura nascosto inferiormente al pavimento dell’attuale chiesa seicentesca, ed il bel campanile rifatto in gran parte nel secolo XVI.

Egual vanto d’una delle prime adunatrici dei cristiani dell’Ossola trae dalla tradizione la chiesa di san Giovanni in Mont’Orfano, menzionata per la prima volta in un documento dell’885. Di essa esiste ancora quasi intatto l’edificio solitario, solidamente costruito in granito, nascosto insieme con poche e povere case di villici in un piccolo ripiano verde del Mont’Orfano, sull’ultimo dirupato sperone orientale del monte. Deturpata in parte all’esterno con l’aggiunta d’un pinacolo quadrilatero al