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Dopo ciò, mi sento avvalorato di rimanere fermo nel mio pensiero: che quanto più le scienze affini si avvicinano tra loro, tanto più si perfezionano; e quanto più sono perfette, e tanto è maggiore il guadagno che le facoltà intellettuali ne traggono dal loro studio.

La fisica, finché non avvocò a sè la geometria ed il calcolo, non era che un informe accozzamento di osservazioni ed esperienze.

La fisica e la chimica legate fra loro sonosi perfezionate; ed i ragionamenti atti a spiegare i loro fenomeni sonosi così di molto migliorati.

Egualmente, rese le dimostrazioni geometriche dipendenti dall’algebra, si giunge allo scopo con metodi semplici, facili e diretti; quindi molto più logici di quelli di Euclide.

Riguardo al secondo periodo, che, cioè, non deve badarsi all’Euclide, inquantochè nelle sue dimostrazioni procede con metodi continuamente indiretti, ricorderò che la logica c’insegna che i metodi indiretti sono viziosissimi, perchè procedono con ordine opposto al lavorìo che fa la nostra mente per iscoprire, e dimostrare la verità: dessi poco persuadono, e difficilmente si ritengono a memoria, appunto perchè sono indiretti.

Se dunque gli stessi sostenitori di Euclide confessano che i suoi ragionamenti sono indiretti, segue che essi, senza volerlo, ci vengono a dire che l’Euclide cade, nelle sue dimostrazioni, nel grave difetto dell'indirettismo; metodo fatale per lo sviluppo intellettuale delle giovani menti.