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a due retti, dunque CBA + FBC = BCA + BCG; ma precedentemente abbiamo dimostrato ang. CBA = ang. BCA; dunque ang. FBC = ang. BCG, che è quanto si voleva dimostrare a compimento del proposto teorema.

A chi non preferisce questo modo di ragionare a quello di Euclide, io gli dirò, con tutto il coraggio civile che mi ritrovo: o che questi è privo affatto di buon senso; o che per un puntiglio, o smodato orgoglio vorrebbe sostenere l’inesatto contro il vero e diretto modo di ragionare.

Io sono intimamente convinto che quel grande, che Euclide si nomina, se vivesse ai tempi nostri, farebbe un trattato di geometria tutto opposto, sia nell’ordine, sia nel modo di dimostrare i teoremi, di quello che ci lasciò vergato qualche tempo prima dell’era volgare.

Per me la Geometria di Euclide ha cessato di vivere, se non prima, dopo la scoperta magna del sommo Descartes, l’applicazione dell’algebra alla geometria.

Io sono certo che tutti quei cultori delle scienze esatte, dotati di quella sana logica che non mai si disgiunge dalla cognizione profonda di tali scienze, vorranno meco convenire in riguardo a ciò che precedentemente ho esposto e dimostrato.

Proseguo a leggere il libro primo di Euclide, ed altri riprovevolissimi sconci mi si parano innanzi.

Passo alla proposizione 13.a, e leggo: