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52 | strenna festiva |
fatto, che l’uso di mettere quella testa sull’averso si è conservato più lungo tempo che l’uso di scrivere quella parola sul riverso. Nego che sifatta circostanza possa offrire valido argomento a chi vuol spiegare il tipo originario dell’averso. Il nome di Roma non ha che fare col tipo né in principio né più tardi, perché sui denari recenti sta non solo accanto a quella testa galeata, ma pure accanto ad altre. In questo riguardo sono di speciale interesse le due emissioni dei tre monetari di n. 144-146, che nella prima fecero ancora uso della testa galeata, nella seconda però vi sostituirono quella di Apolline, ma aggiunsero la parola Roma tanto nell’una quanto nell’altra emissione. Le altre teste, che si vedono in questo modo rappresentate colla giunta della parola Roma, sono quelle di Venere n. 155 Aemilia e 203 Porcia, re Filippo n. 156 Marcia, Marte 162 Lutatia, Giove giovanile 178 Caesia e 233 Fonteia, Apolline 191 b. d. Poblicia e Postumia e 212 Calpurnia, Diana 191 e Postumia, Saturno 205 Memmia, Ercole 207 Cornelia, Sileno 213 Iunia.
Nella medesima epoca, alla quale appartengono tutti questi denari, i monetari cominciarono pure ad aggiungere iscrizioni per spiegarne i tipi. La varietà e la particolarità delle rappresentanze resero talvolta necessario sifatto mezzo di farsi intendere. Pure la parola Roma è entrata nel numero delle iscrizioni illustrative, come ho rilevato nella descrizione dei riversi dei denari n. 182, 191 e 258: pertanto si deve considerare che i tipi rappresentati su quei riversi, essendo nuovi, ebbero bisogno d’iscrizione illustrativa, ma se accanto ad un tipo tanto consueto e tante volte ripetuto senz’iscrizione, quale è la testa galeata si trova in epoca tarda una parola, essa non può stimarsi aggiunta per ispiegare il tipo. Lo stesso si può dire in riguardo al notissimo denaro battuto da Cn. Domitius nel 714 (Cohen Domitia XVII, 7), sull’averso del quale si legge la parola OSCA accanto ad una testa maschile e barbata, raffigurata