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siccome sull’averso di questi denari è raffigurata la testa di Cesare, ella sta in relazione tanto colla divinità gentilizia dei Giuli, quanto col più famoso fra i suoi nipoti. In somma sui bigati e quadrigati Vittoria incorona Giove e la di lui famiglia, nei primordi della monarchia si mette a decorare Cesare, ma nella classe dei denari, che chiamerei quella di mezzo, non offre la corona se non alla personificazione o al genio di Roma. 9

Abbiamo veduto che sul didrachmon di Locri Pistis incorona Roma, e che sul denaro di M. Furius Philus Roma incorona il trofeo, ma la dea, alla quale questo atto compete di più, è Vittoria, e sui denari la corona non si vede che per eccezione in mano altrui. Confrontiamo però anche la maniera, nella quale quell’atto è rappresentato. L’incisore della moneta di Locri ha posto Pistis in faccia di Roma assisa presentando tutte e due le figure di tre quarti, gli artisti dei vittoriati mettono Vittoria ed il trofeo l’una dirimpetto all’altro assolutamente di profilo, sui denari romani però il gruppo si compone in altre maniere. La figura, ossia il trofeo che deve incoronarsi, si vede o in profilo avanti all’altra che regge la corona, o più frequentemente in faccia dal lato destro di quell’altra. I denari di M. Furius Philus e di C. Malleolus offrono esempî dell’una e dell’altro concetto e si concederà, che in ambedue le due figure stanno bene unite l’una coll’altra, ma che in quello adoperato da Philus possono prendere uno sviluppo più largo e presentarsi meglio. Perciò s’intende che quel concetto ha trovato più applauso, ricorre specialmente nei denari analoghi dell’epoca di Cesare. Non posso entrare nei meriti ma vorrei aggiungere che l’indicata osservazione è di momento per il denaro n. 163 Cornelia, dove i tre dei Capitolini sono disposti in maniera insolita, trovandosi Giunone alla destra e Minerva alla sinistra di Giove. Imperciocché credo che le dee hanno cambiato di posto ap-