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effigie di roma | 17 |
si presenta in attitudine molto più modesta, sta in riposo perfetto ed è quasi inerme, reggendo l’asta colla s. in modo piuttosto di un pastore che di un guerriero, Neppure negli abiti delle due figure v’ è grande analogia. Resta soltanto l’essere assisa sopra una congerie di scudi. Questo concetto è molto bene imaginato per la personificazione d’una città o di un popolo guerriero, perché dà all’utensile del riposo la forma e l’importanza d’un trofeo. Si osservi la bella differenza che esiste in questa particolarità fra la moneta di Locri ed il nostro denaro. Mentre ivi lo scudo di Roma s’appoggia alla sua sedia, qui la sedia stessa si compone di scudi di nemici vinti. Questo concetto tanto semplice e tanto distinto si ripete in tutti i denari analoghi, Roma non vi sta assisa se non sopra una congerie di scudi. Dunque finché non si sa indicare altra moneta greca anteriore che faccia vedere lo stesso concetto, rimane molto probabile, che il monetario l’abbia ricavato dalle monete etoliche. L’imitazione della moneta greca però non diminuisce il pregio della composizione, che si può dire accuratamente studiata ed insomma bene riuscita, rappresentando Roma guerriera e vincitrice sì, ma perora contenta di consolarsi tranquillamente del miracolo accaduto a prò del suo fondatore. Il tipo è d’interesse generale, perciò lo vediamo pure ripetuto esattamente sopra una moneta battuta nel sesto consolato di Tito vd. Morelli Num. aur. Titi et Vesp. tav. V n. 37. L’intero denaro poi è stato restituito dall’imperatore Trajano vd. Cohen, pl. XLV n. 18.
Al numero dei denari trovati nei tesori spagnuoli appartiene pure il secondo denaro n. 182.
M. FOVRI L. F. scritto in cerchio attorno alla testa barbata laureata di Giano bifronte.
R.° PHILI ROMA. Roma galeata, stolata con scettro tenuto obliquamente nella s. e con laurea nella d. sta in atto d’incoronare un trofeo composto di armi galliche, al