Pagina:L'Argonautica di C. Valerio Flacco volgarizzata dal marchese Marc'Antonio Pindemonte, Verona, 1776.djvu/51

portai; nè te per Dea
Già conoscer potei, pria che co’ tuoni
Te dimandasse il gran Consorte, e pria
Che con subito orrore in ciel rapita
Io ti vedessi. Deh la Scitia, e ’l Fasi
Toccar mi dona; e tu, Vergin Minerva,
Al periglio mi togli: il fatal vello
Risplenderà ne’ vostri templi; e ’l padre
Con le dorate corna a le bipenni
E a’ fochi sacri offrirà tauri, e bianchi
Greggi vedrete a le vostre are intorno.
Tai preghi udir le Dee, che per diversi
Giù con subito vol dal ciel discese
Sentier n’andaro. Frettolosa Palla
Ne le Tespiache mura al suo diletto
Argo sen vola: a lui tosto comanda
Il fabbricar la nave, e con la scure
L’alte quercie atterrar; poi seco ov’ombra