Pagina:L'Argonautica di C. Valerio Flacco volgarizzata dal marchese Marc'Antonio Pindemonte, Verona, 1776.djvu/49

venen misto a lui porgea.
Poſcia noti a Giason gl’inganni occulti
Ben furo, e del Tiran l’arti ei conobbe,
Che al fin per odio solo , e non di Frisso
Per far vendetta, o per desio del vello,
D’ignoto mar, de la remota Colco
Gl’impose i rischi. Or i talari ei brama
Del volator Persèo; di fiere serpi
Stringer vorrebbe le fischianti bocche.
Con non usati freni in carro assiso,
Come quel che primier del valto suolo
Non a Cerere avvezzo aprio le zolle
Con l’incognito aratro, e l’uman germe
Allontanò con le trovate spiche
Dal più scuoter le quercie. Or che far deve?
L’instabil plebe, e del Tiran canuto
Nemica adunerà? chiamerà forse
Ad Esone pietosi i saggi Padri?