Pagina:L'Argonautica di C. Valerio Flacco volgarizzata dal marchese Marc'Antonio Pindemonte, Verona, 1776.djvu/45

più degne, anzi d’Omero,
Matura il Ciel, deh tu, Signor, seconda
Mia nova audace impresa, onde se stesso
In queste carte mie conoscer possa
Il gran Poeta, e de’ suoi carmi al fine
Per l’Itale cittadi il suon rimbombi.
Fin da sua verde età Pelia reggea
L’Emonia, ah troppo grave, e troppo lungo
A i popoli terror! soggetti a lui
Erano quanti ne l’Ionia Dori
Scendono ameni fiumi; egli Emo, ed Otri
Felice arava, ed il profondo Olimpo.
Ma torbido inquieto ei vive, e insieme
Del fratello la prole, e le celesti
Minacce teme. La tremenda voce
D’ogni Profeta, ogni veduta fibra
De le pecore uccise a lui rovina
Dal nipote predice; indi la grande