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Più bello folgorar l’aurato corno.
Ed oh fe del futuro entro gli arcani
Penetrar potess’io , là vedrei forse
Cotanto amici a te girarsi i cieli,
Che pria del tuo ritorno a le natie
Tue Atelle, dove spaziando vanno
Di tanti Eroi Pisani i chiari spirti;
A’ suoi Signori obbediran que’ regni,
Che de l’Eoo ladron fur preda ingiusta :
Ma quel furore, onde ne infiamma Apollo,
Non mi delude no. Pelope i suoi
Liberatori abbraccia, e non più servo
Ne’ simulacri tuoi suda Corinto,
Che de barbari Duci i fieri aspetti
Or con suoi bronzi effigiar si sdegna.
Indi ancor sciolgerà suoi duri lacci
La famosa di Giove antica culla.
Verrà, verrà stagione, e non fia lunge,