Pagina:L'Argonautica di C. Valerio Flacco volgarizzata dal marchese Marc'Antonio Pindemonte, Verona, 1776.djvu/41

Feroce porta, e le gran torri abbatte.
Egli a Te, quale a Giove, e a gli altri Numi
Appresterà del meritato culto
Le sacre pompe, ed alzerà delubri,
Ove tua Deità la gente adori,
Allora che nel Ciel de l’altra parte
Scintillar ti vedremo. Ah non fiai mai
Che con più certa luce ai Tiri legni
Risplenda Cinosura, e da gli Achei
Porti i nocchieri usciti Elice guidi;
O nova stella tu sfavilli, o sotto
I segni tuoi la Grecia, e ’l Nilo, e Tiro
Sciolgan gli alati pin. “Tale del saggio
Imperator l’opre lodava, e ’l Nume
Invocava il buon Flacco, ed io, che dopo
Sì lungo variar di lustri e d’anni
Presso a l’antico suol, che a lui fu nido,
Trassi l’aure vitali, e i dotti suoi