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sguardo libero davanti alla realtà, la mano prudente, la pazienza e la serietà, nelle cose più piccole, tutta la «probità» nella ricerca della conoscenza; tutto questo esisteva già, duemila anni or sono. E più ancora, il gusto, il tatto fine ed infallibile! Non come un addestramento del cervello, «non» come la coltura «tedesca», con modi di bruto! Ma come corpo, come gesto, come istinto, come lealtà, in una parola!... «Tutto questo, invano!» Niente più che un ricordo da un giorno all’altro! Greci! Romani! La nobiltà degli istinti, il gusto, l’investigazione metodica, il genio dell’organizzazione e dell’amministrazione, la fede e la «volontà» nell’avvenire umano, la grande «affermazione» di tutte le cose, visibile sotto la specie dell’Impero Romano, visibile con tutti i sensi, il grande stile non solo arte, ma mutato in realtà, in verità, in vita... E non è un cataclisma della natura che dalla notte al mattino ha distrutto tutto ciò! Non è la spinta dei germani o degli altri tardigradi. Vampiri astuti, clandestini, invisibili e anemici lo hanno rovinato! Non vinto ma soltanto paralizzato!... La sete occulta di vendetta, l’invidia insignificante mutate in «signore». Tutto il deplorevole, tutto ciò che soffre, che è affetto da male tendenze, tutto il mondo del «ghetto» dell’anima posto improvvisamente «in prima fila»! Si legga un agitatore cristiano qualsiasi, Sant’Agostino, per «annusare» che esseri tanto sudici erano saliti al potere. Si sbaglierebbe di molto se si presumesse una mancanza di intelligenza nei capi del movimento cristiano. Oh! sono astuti fino alla santità i signori padri della Chiesa! Ciò che ad essi manca è un’altra cosa, molto diversa. La natura li ha trascurati, ha dimenticato di fornirli, almeno modestamente, di istinti convenienti e «puri».... Sia detto tra noi, non sono neppure uomini... Se l’islamismo disprezza il cristianesimo ha mille ragioni per farlo; l’islamismo possiede degli «uomini» come condizione prima...


LX.


Il cristianesimo ci ha fatto perdere l’eredità della coltura antica, ci ha fatto perdere, più tardi, l’eredità della coltura islamitica. La meravigliosa civiltà araba di Spagna più vicina, certo, ai nostri sensi ed ai nostri gusti, che non Roma e la Grecia, questa, civiltà fu «calpestata»