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gelico, la «vendetta» la vinse di nuovo su tutto. Era impossibile che la causa fosse giudicata da questa morte: si aveva bisogno di «ricompensa», di «giudizio» (eppure che cosa c’è di più contrario al Vangelo, della «ricompensa» e del «celebrar giudizio»?) La speranza popolare di un messia tornò ad occupare ancora una volta il primo posto: si prese in considerazione un momento storico: il «regno di Dio» considerato come atto finale, come promessa! Il Vangelo era stato precisamente l’esistenza, il compimento, la «realtà» di questo «regno». La morte di Cristo fu questo «regno di Dio». Allora si attribuì al tipo del maestro tutto questo disprezzo e questa acrimonia contro i farisei e contro i teologi, e con ciò si «fece» di esso un fariseo, un teologo! D’altra parte la venerazione selvaggia di quelle anime traviate non sopportò più il diritto di ognuno ad esser figlio di Dio, diritto questo che Gesù aveva insegnato: la loro vendetta consisteva nell’«elevare» Gesù in un modo improprio, nel separarlo da essi, come in altri tempi, in odio ai loro nemici, i Giudei si eran divisi dal loro Dio per innalzarlo al massimo grado. Il Dio unico, il figlio unico; tutti e due erano prodotti del «ressentiment».
XLI.
E da allora si presentò un problema assurdo: «Come «poteva» Dio permetter ciò?» La ragione conturbata della piccola comunità trovò una risposta di un’assurdità veramente terribile: Dio dette suo figlio in «sacrificio» per il perdono dei peccati. Oh, come finì tutt’a un tratto il Vangelo! Il «sacrificio espiatorio», nella sua forma più ripugnante, più barbara, il sacrificio dell’innocente per le colpe dei peccatori! Quale paganesimo più spaventevole! Non aveva Gesù fin soppresso l’idea di peccato? Non aveva negato l’abisso tra Dio e l’uomo, non aveva «vissuto» questa unità tra Dio e l’uomo, che fu la «sua» buona novella?.... E ciò «non» era per lui un privilegio! Da allora si introdusse a poco a poco nel tipo del Salvatore la dottrina della «resurrezione» che annulla ogni idea di salvazione, tutta la sola ed unica realtà del Vangelo favorevole ad uno stato «dopo» la morte.... San Paolo fece logica questa concezione — concezione sfacciata! — con quella insolenza da rabbino, che lo caratterizza in