in ogni maniera. I primi discepoli in particolar modo, interpretarono, nella loro propria rigidità, un essere completamente formato di simboli, e di cose intangibili, per poter comprendere qualche cosa in generale; per essi «esistette» primieramente il tipo dopo di una unificazione in forme più note... Il profeta, il messia, il giudice futuro, il maestro di morale, il miracoloso, Giovanni Battista, erano altrettante occasioni per disconoscere il tipo... Infine non trascuriamo il «proprium» di ogni grande venerazione, specialmente quando è settaria: cancella negli esseri venerati i tratti originali, le idiosincrasie; «essa stessa non li percepisce». Dovrei sentire che un Dostoiewski non sia vissuto vicino a questo «décadent» interessante, voglio dire, vicino a qualcuno che sappia sentire precisamente l’incanto meraviglioso di una tale contaminazione di sublime, di morboso e d’infantile. Un ultimo punto di vista: il tipo, come tipo di «décadence», «ha potuto» essere, effettivamente stranamente multiplo e contradditorio: tale possibilità non si può del tutto escludere. Tuttavia tutto sembra distoglierci da essa. Proprio in questo caso dovrebbe la tradizione essere notevolmente fedele ed obbiettiva; noi però abbiamo motivi per ammettere il contrario. Intanto, esiste una contraddizione tra il predicatore dei monti, dei laghi e delle praterie, di cui piace l’apparizione da Budda in un terreno molto poco indiano, ed il fanatico dell'attacco, nemico mortale dei teologi e dei sacerdoti, che la malizia di Renan ha glorificato come «le grand maître en ironie». Io stesso non dubito che una gran dose di fiele (e perfino d’«ésprit») si sia riversata sul tipo del maestro durante lo stato da’gitazione della propaganda cristiana, perchè si conosce fin troppo il poco scrupolo dei settari nel fare la propria «apologia» nella persona del loro maestro. Quando la prima comunità ebbe bisogno di un teologo maligno e sottile per giudicare, lamentarsi e incollerirsi «contro» i teologi, si «creò» il proprio Dio, secondo le proprie necessità, e nello stesso tempo si mise irrimediabilmente in bocca queste idee, del tutto contrarie all’Evangelo, da cui ora non si potrebbe più prescindere: «il ritorno di Cristo», «il giudizio finale», ed ogni specie di speranze e promesse temporali.