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di dare sfogo alla tensione interna, con azioni ed idee ostili. Il Cristianesimo aveva bisogno di valori «barbari» per farsi dominatore dei «barbari»: tali valori sono il sacrificio del primogenito, la consumazione del sangue nella Cena, il disprezzo per lo spirito e per la coltura, la tortura in tutte le sue forme, corporale e spirituale; infine la gran pompa del culto. Il buddismo è una religione per uomini «tardivi», per razze che son venute su buone, benigne, super-spirituali, che sono molto suscettibili al dolore (l'Europa non è neppure ancor molto matura per esso): è insomma una invocazione di queste razze, un appello alla pace, alla serenità, alla consuetudine con le cose dello spirito, un invito ad una certa insensibilità corporale. Il cristianesimo vuol dominare le «fiere»; il suo metodo è di renderle «inferme», — l'«indebolire» è la ricetta cristiana per la «mansuefazione», per la «civilizzazione». — Il buddismo è una religione per la fine, per la stanchezza della civiltà; il cristianesimo non la trova neppure; — la crea se è necessario.
XXIII.
Il buddismo, diciamolo anche una volta, è cento volte più freddo, più veridico, più obbiettivo. Non ha bisogno di adornare il suo dolore, la sua facoltà, di soffrire, con l'interpretazione del peccato: dice semplicemente ciò che pensa: «Io soffro». Per il barbaro, al contrario, il soffrire è cosa disdicevole: ha bisogno prima di una spiegazione, per dichiarare che soffre (il suo istinto lo spinge piuttosto, a negare la sofferenza, a sopportarla in silenzio). La parola «diavolo» in questo caso fu un beneficio; si aveva un nemico preponderante e terribile: non si sentiva la necessità di vergognarsi di soffrire per opera di un tale nemico.
Nel fondo del cristianesimo esistono alcune sottigliezze appartenenti all’Oriente. Anzitutto sa che è completamente indifferente in sè stesso, che una cosa sia vera, perchè questo è della maggior importanza, «in quanto» è creduta come vera. La verità, e la fede nella verità di qualche cosa: ecco qui due mondi di interessi assolutamente diversi l’uno dall’altro, anzi quasi «opposti»: - all’uno ed all’altro si giunge per vie essenzialmente diverse. — Il solo fatto di essere iniziato in questo punto, «costitui-