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comportò all’estero come il suo popolo, si pose a viaggiare senza mai rimanere in un luogo, fino a che dovunque ed in ogni casa si trovò il gran cosmopolita — fino a che ebbe dalla sua parte «la maggioranza» e la metà del mondo.
Però il Dio della «maggioranza», il democratico fra gli dei, non si fece, tuttavia un orgoglioso Dio pagano: seguitò ad essere giudeo, continuò ad essere il Dio degli angoli riposti, il Dio di tutti gli angoli e luoghi oscuri, di tutti i sobborghi malsani del mondo intero! Il suo regno universale è oggi, come prima, un regno fosco, un ospedale, un regno «souterrain», un regno del giudaismo. Ed è allo stesso modo pallido, debole, «décadent»... I più scialbi tra gli anemici si fecero degni di lui; i signori metafisici, questi albini del pensiero, tesserono intorno a lui, fino a che questi ipnotizzato dai suoi stessi movimenti, si mutò in ragno, in metafisico. Allora, si mise di nuovo a dipanare il mondo fuor di lui — «sub especie Spinozae» — allora si trasfigurò in una cosa sempre più pallida, evanescente, si fece «ideale», spirito pure», «absolutum», cosa in sè... La «rovina di un Dio»: Dio si mutò nella «cosa in sè»....
XVIII.
Il concetto cristiano di Dio — Dio come Dio degli infermi, — Dio ragno, Dio come spirito, — è uno dei concetti divini più corrotti che si siano avuti sulla terra; anzi rappresenta, forse, il livello più basso nella evoluzione discendente del tipo divino. Dio degenerato in «contraddizione della vita»; invece di essere la glorificazione della medesima ed il suo eterno «sì». Dichiarare, in nome di Dio, la guerra alla vita, alla natura, alla volontà di vivere! Dio, la formula di tutte le calunnie dell’«al di qua», e di tutte le menzogne dell’«al di là». Il nulla divinizzato in Dio; la volontà per il nulla santificata!...
XIX.
Che le forti razze del Nord d’Europa non abbiamo respinto il Dio cristiano, non fa di certo onore alla loro attitudine religiosa, per non dire nulla del loro gusto.
«Avrebbero dovuto» finirla da un pezzo con questo em-