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26, attaccati a questi due, formavano l’armatura: eravi inoltre un canapo, che circondava il vano, corrispondente all’arena, al quale erano affidati i 212 da nominarsi in appresso. Gli ordigni per manovrare eran di tre qualità: canapi, verocchi, e carrucole. I canapi eran 240: i verocchi parimenti 240 a ragion di uno per ogni palo: il numero delle carrucole era lo stesso, colla sola differenza, che 200 eran a due girelle, e le altre 40 a tre. Questa è la costruzione di tutto il velario, come fu ideata ed eseguita dall’insigne defonto.


I SOTTERRANEI DEL COLOSSÈO.


Son quattro i luoghi sotterranei dell’Anfiteatro accennati dal Lucangeli nelle sue memorie: oltre dell’ambulacro imperiale, che nominai poc’anzi

Egli riconobbe in primo luogo una gran cloaca che passa sotto il primo ambulacro del pian terreno destinata a ricevere per vari canaletti le acque dell’esterno del Colossèo.

Osserva in secondo luogo, che s’introducevano gli uomini per imbarcarsi nell’Anfiteatro per quattro vomitorj, di 11 palmi di altezza, e 8 e tre quarti di larghezza, con un declivio di marmo, e due scalini: e dai buchi, rimasti nelle fodere di marmo, rileva esservi stati dei perni, e che dovevano in conseguenza esservi stati gl’incastri per le saracinesche, a fine di trattenere l’acqua a misura del bisogno.

In terzo luogo egli suppone, che detenute eran le fiere, come in serraglio, alla profondità di 26 palmi e un quarto: e per introdurre all’arena le suddette