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mitorj per la gradinata, alti palmi 16, e larghi palmi 8 e un quarto. Dal quarto piano al quinto si andava per 24 scale, tutte a tre branche. Vuolsi sapere, che il quinto piano, della prima costruzione del Colossèo, era ornato con 80 colonne di ordine corintio, architrave, cornicione, e soffitta di legno. Ma essendosi incendiata quella porzione del grande edifizio sotto Macrino negli anni 218 dell’era cristiana; Alessandro Severo, che ne fu il restauratore, vi fece far delle arcate laterizie, con colonne incassate, e volta a crociera, come si rileva da’ frammenti, che ne rimangono. Il sesto ed ultimo piano, a cui si saliva dal quinto per quattro diverse scale a due branche, era scoperto; nè serviva che per i soli operaj che maneggiavano il velario.
Ecco in succinto la descrizione di questa gran copertura, che liberava gli spettatori dai raggi del sole ed anche in qualche maniera dalle pioggie: lasciando scoperto il solo ovato dell’arena; onde non mancasse il lume da potersi vedere gli spettacoli. Le vele, che componevano tutto il velario, distese a guisa di raggi una presso l’altra, eran 40. La loro lunghezza uniforme era di palmi 200. La larghezza maggiore era pure in tutte la medesima; di palmi cioè 52: ma la minore, o la più vicina al centro, era ineguale; in diciotto di esse, di palmi 30, e nelle altre di 15. L’armatura per sostenerle consisteva in pali, e canapi. I pali del gran contorno, già dianzi accennati, erano 240, tutti di legno con fodera di rame; avevan di lunghezza palmi 42, e di larghezza due palmi scarsi per ognuna delle sue quattro facciate. I canapi, distesi sotto al velario, eran 28; due prendevano a linea retta tutta la lunghezza dell’anfiteatro: ed altri