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teatro. Quattro di esse han di larghezza 22 palmi e di altezza 32 e mezzo: tutte le altre sono egualmente alte, ma per larghezza han due palmi di meno.
Queste porte minori o popolari, in numero di 76, eran tutte numerate, acciocchè vedessero a colpo d’occio gli spettatori, per quale di esse doveano introdursi, a fine di andare al posto, che assegnato era ad ognuno. Chi entrava per esse, saliva un falso piano di pietra tiburtina, largo 6 palmi e mezzo; e trascorso in seguito un altro piano orizzontale della stessa pietra, largo palmi 6, trovavasi nel primo ambulacro, di cui poi si parlerà. Con due soli scalini, alto ognuno di essi tre quarti di palmo, si giungeva, per dentro, al pari del plinto delle più basse colonne di fuori.
Le quattro porte principali eran situate in distanze uguali, fuor della piccola differenza, che porta per sua natura la figura ovata. Due eran poste nell’estremità della larghezza o asse minore; e due nelle estremità della lunghezza o asse maggiore. Quelle posson chiamarsi imperiali, perchè servivano al solo Imperatore; e queste ultime magnatizie, perchè per esse entravano i Consoli, Senatori, ed Ambasciatori, ed anche le Vergini vestali.
Le due porte magnatizie, per mezzo d’un atrio spazioso a tre grandi arcate, portavano immediatamente al terzo ambulacro del pian terreno.
Le due imperiali, sì per fuori che per entro, eran più maestose. La decorazione esterna era di colonne strisciate, fatte di marmo pavonazzetto; le quali, insieme col lor cornicione marmoreo, sporgevano in fuori a guisa di corpo avanzato. La interiore consisteva in due superbi atrj, che conducevano fino al quarto