Bei fioriti cespugli.
Ivi poi, in un sol letto
Chiuse, con uniforme
E grato mormorio 225Cadono spumeggianti
Copiosissime l’onde
Nella vallea ch’è sotto:
Sembran argenteo velo,
Mosso dall’incostante 230Soffiar d’un venticello,
E il sol quasi sommerso
Sovra esso i raggi stende,
Che ripercossi frangonsi
In iride vezzosa. 235Cadon l’onde: e al di sotto
Natura istessa aprio
Fresca spaziosa grotta,
Cui doppia angusta via
Mena: coperto è il suolo 240D’arena, a cui fan siepe
Fior misti azzurri e bianchi.
Poscia che tutti assisi
Furon presso alla grotta
ln fresca e molle erbetta, 245Così l’ava parlò:
«Ora, fanciulli amati,
Perchè qui venni udrete
E ciò che dirvi io voglia.
«Un dì, stanca e spossata 250Dalle vicine selve
Qui Diana venne in questa
Grotta a posarsi: stava
Là, dove al muro appesa
La sua lancia vedete 255Insieme a quella ciotola.
Parmi vederla ancora,
Di beltà risplendente
E gli occhi azzurri pieni
D’ineffabil dolcezza: 260Tra le chiome brillava
Il dïadema, quale
Luna nascente in cielo.
«Alcimna era maggiore
Di te, Climena, un anno, 265E nel giardin beata
Intero il dì sen stava,
Ogni fior coltivando
E spesso l’innaffiava
Con la ciotola piena 270Dell’onda attinta al margo
Del serpeggiante rio.
Sempre Alcimna cortese
Inverso ognuno, incontro
Senza indugio correva 275Allo straniero ignoto,
Che fuor del buon sentiero
Smarrito errava, e ansiosa
Di giovarlo chiedea.
Così la madre vostra 280Cara a tutti divenne.
— In un de’ dì più fervidi
Della cocente estate,
Affaticata Alcimna
Di questa grotta venne 285A riposarsi all’ombra.
Io non dirovvi quanta
Sorpresa in lei destasse
Il trovarvi seduta
La Cacciatrice Dea. 290Ella ignorava appieno
Chi fosse Diana: pronta
E benigna a ognun, crede
Ch’arda di sete, e incontro
Le si fa colla tazza 295Piena di limpid’acqua
E l’offerisce umile
All’attonita Dea.
La Diva con favore
Accettava l’offerta, 300E Alcimna ratta ratta
A noi ne viene, e grida:
«Presti accorrete: donna
Vezzosa è nella grotta
Che affaticata sembra