155Corimbifero sorbo,
Carco sin alla cima
Di bei purpurei frutti.
L’instabile farfalla,
Che vede a lei venirne 160Le giovani donzelle,
Ratta lungi sen vola,
Ed a posarsi corre
Sovra leggiadro fiore.
Disordinate seguonla 165Le vergini gridando,
E fatte a lei d’appresso,
Movendo lente lente
Sulla punta dei piedi,
Credon averla colta, 170Caute stendon la mano,
Allor quando veggendo
La provvida farfalla
Le tese insidie, s’alza
Ratta di nuovo a volo 175E lunge lascia attonito
Lo stuol che la persegue:
Sicura del periglio,
Quasi per scherno siede
Sovr’altro fior dischiuso. 180Fatte più caute allora,
Schierate in cerchio riedono
All’impresa le vergini,
A poco a poco stringonsi
E, circondato il fiore, 185Tengon certa la preda:
Nascondono a gran stento
Del cor la gioja: è giunta
Della vittoria l’ora.
Ma che! sorprese e quasi 190Tocche da folgor state?
Ma così nuovo inganno
Chi preveder potea?
La rea farfalla, a scherno
Prende le insidie e vola 195Alto-salendo e riede
Per duplicati giri
Al primo fior, là dove
La sorpreser le vergini.
Alfin, pel correr lasse, 200Tutte sedero in cerchio
Sul florido pendio
Di vago monticello.
In vetta al poggio stassi
L’immagine sacrata 205Della divina Flora.
«Intrecciamo, o sorelle,
Vaga di fior corona
Onde ornarne la Dea,»
Sì disse una donzella: 210«E poi, noi stesse adorne
Di ghirlande, intoniamo
L’inno antico di Lino,
Ballando intorno all’alma
Effigie della Dea:
215Come l’aurore estive
Somigliano fra loro,
Per te tra lor somigliano
I secoli così.
Noi della terra figlie, 220Quali terrestri fiori,
Per sempre colla state
Perdiamo la beltà.
Non già chiediamo, o Diva,
A te beltade eterna, 225Ma sol che lieta scorra
La nostra gioventù.
Questo breve inno aveano
Già due volte cantato
E danzando sen stavano 230A ricantarlo intente,
Quando improvvisa scossesi
Con orrido fragore
Sotto a lor piè la terra.
Immobili s’arrestano