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fronte alta, di carnagione bianchissima, cui dava maggior risalto una larghissima capigliatura castana. Le sue forme erano di un bello ideale così difficile ad incontrarsi, che in veggendola era impossibil cosa di non crederla una di quelle creature che non sono fatte per questa terra. I suoi occhi celesti erano spesse volte sfolgoranti col lampo del genio, e tutta l’espressione di quella fisionomia veramente greca, riempiva l’anima di un affetto potentissimo che di gran lunga superava il piacere prodotto dalla regolarità de’ suoi tratti. Scorgevi in tutta la sua persona una dignità così pura che attraeva lo sguardo e gli omaggi di ognuno. Il suo sguardo grave e meditabondo ti imponeva, ma il suo sorriso era di una dolcezza inesprimibile. La sua voce flessibile e sonora era sopra ogni cosa rimarchevole, perchè chiaramente rendeva tutte le sensazioni e tutti i moti dell’anima sua, e le accresceva una forza irresistibile: quando specialmente ella parlava con effusione di cuore, niuno al certo poteva essere bastante mente insensibile per resisterle. Cantava e declamava magistralmente. Avvrebbesi detto che il genio dell’antica Grecia animandola colle sue idee di perfezionamento, aveva anche prodigata sovra tutta la sua persona le attrattive di una bellezza perfetta, come ne vediamo i modelli nelle scolture antiche. I suoi bei modi compivano le attrattive che destavano i suoi vaghissimi tratti. Ella era di una facondia inesauribile, massimamente quando il soggetto della conversazione era di qualche interesse. Trovavi nel suo discorso una originalità soavissima. Scherzava con gusto e con ingegno, ma in generale la sua elocuzione era naturalmente oratoria. La sua immaginazione le somministrava ad ogni tratto figure analoghe al suo argomento, così che ascoltandola parlare lungamente nei momenti d’ispirazione, avresti creduto che improvvisasse sopra un argomento obbligato. Parlando della sua ispirazione non sapremmo passar sotto silenzio una osservazione fatta da tutti coloro che l’hanno conosciuta.

In quei momenti solenni, ne’ quali era assorta in quella idea che si proponeva sviluppare, stava immobile, lo sguardo fisso verso un solo oggetto, la fronte oscurata; la vedevi impallidire, il suo volto