Pagina:Kulmann - Saggi poetici.djvu/31


— 29 —

intingo la penna nell’inchiostro, che da noi è assai liquido, poichè vi aggiungiamo spesso dell’acqua, e vado sempre scorrendo le rive del Copaico, studiando di trovarvi un luogo adatto ove stabilire la sede della mia nuova creazione. Tutto ad un tratto una grossa macchia d’inchiostro mi cade dalla penna in sulla estremità del lago, e mi affliggo e piango la mia carta che non mi era dato di rinnovare. Ma pure inopinatamente ritrovai ciò che tanto desiderava. La macchia d’inchiostro era caduta quasi alla foce del Cefiso, ed ivi formava appunto quell’isola ch’io ricercava. Appena quest’idea mi si era fatta in mente che scopersi sulla riva sinistra del lago, alcune ruine, ch’io non avea da bel principio osservate: in un baleno mi si fecero innanzi tutte le altre parti della mia composizione, e in breve tempo il piano del mio lavoro fu interamente compito.»

Il secondo volume delle opere sue, publicate dall’Accademia russa, ha per titolo: Poesie di Corinna. Ecco quale fu la origine di questo lavoro, le cui parti, quantunque apparentemente poco s’incatenino fra loro, hanno pur tuttavia la stessa causa. Il signor Grossheinrich spesso leggeva con Elisabetta le poesie di Pindaro ch’ella stimava il più dopo Omero. Ella cercava di conoscere tutte le particolarità della vita degli autori che prediligeva. Nelle diverse relazioni sovra Pindaro, ella conobbe l’istoria di Corinna, che al dire di molti avea cinque volte trionfato di quel celebre lirico. «Io non presto gran fede, - disse ella, «a questi trionfi di Corinna. Il carattere di Pindaro è così sublime, così impetuoso che dovea riuscire difficile per chicchessia di soverchiarlo, e specialmente per una donna, o pure i giudici nell’incoronare Corinna mostrarono troppa parzialità. È nondimeno gran peccato che nulla ne sia rimasto delle opere sue. Non era cosa facile l’ottenere in Grecia la corona de’ poeti: e Corinna ebbe questo vanto.» – «Da voi dipende,» le rispose il signor Grossheinrich, «di risuscitarla.» – «Come da me?» – «Da voi: scrivete qualche cosa in verso e publicatelo sotto il suo nome, quasi che tradotto dal greco. Potete dire che si è ritrovato in una biblioteca qualsiasi. Aggiungetevi qualche dotta osservazione: i critici si