Delle donzelle un trarre d’arco lungi
Vedi nuovo drappello che le segue.
Un araldo che lucid’auro copre 210Con vago scettro, in argentea veste
Shiera di trombettier precede e regge.
Poi giovanetti d’ostro rivestiti,
Col brando nudo e coll’aurata lancia,
Con intralciata danza imitan tutte 215Le sorti incerte d’un’incerta pugna.
Il rapido alternar della vittoria
Con subitanea vergognosa rotta,
Il terrore, la fuga, ed i trionfi,
Dei prigionier le lunghe meste fila, 220E gli onori divini che la patria
A quei che la salvò grata concede.
Compita appena la guerresca danza,
Tace lo squillo delle crude trombe.
Ed or mira brillante e lieta turba 225Di vaghissime giovani donzelle,
Quasi sull’ali rapide de’ venti,
Avvicinarsi con leggiadri passi.
Hanno la fronte e le candide braccia
Di freschissime rose inghirlandate, 230E i cinti ornati di splendenti gemme
Danno risalto alle eleganti forme.
Tengono in mano la sonora lira,
La patria cetra ed il convesso liuto:
Altre col fiato animator sen vanno 235Destando il suon di strepitanti avene;
E recano l’altre in fiorita cuna
Un fanciullino di somma bellezza,
Ch’or attonito or lieto intorno mira.
Così, o grandiosa, magnifica Tebe, 240Città delle cittadi, fior, corona
Del regio Nilo, così anticamente
Al rieder della dolce primavera
La gaja festa del giovinetto Oro1
Nel tuo recinto celebrata ell’era, 245Pria che cadesser le tue cento porte
E l’immenso tue impareggiabil moli!...
Ecco su palchi riccamente adorni
Da nerborute spalle sostenuti,
L’opre stupende di divin scalpello 250Apparire, miracoli dell’arte!
Rappresentano al vivo que’ recenti
Memorabili strani avvenimenti,
Che ci staran nell’alma sempre impressi,
Quei dì d’immenso duol, d’immenso gloria, 255Allorquando in mestissimo Orbe oppresso,
Con lunghissima serie di vittorie
L’immortal Tolomeo2 rendè la pace.
Ecco appiè dell’altare della Patria
Stanno qui tre guerrier: è l’un nepote 260D’illustre gente, l’altra è ricco d’auro,
Il terzo villanel dal campo accorso;
Giunte le mani giurano: dar tutto,
E sangue e vita per comun difesa
Del sacro patrio suol e del Monarca. 265Là, l’orrore alle spalle, fugge’l fiero
Sconcertato nemico, ed abbandona
Di congelato fiume in sulla sponda
Gli aurei vasi, che tolse l’empia mano
Nella magione degli eterni Numi. 270Ed ecco in riva di possente fiume
Tre poderosi Sovran riunirsi
Contro insolente comune nimico.
Ve’ regia Donna, che con il superbo
Piede premea la fronte de’ vicini 275Soggiogati! Ora trema ella veggendo
Vendicatrici schiere accorrer: tocca
Il capo, altero già, pressochè il suolo;
Ma Tolomeo, che il mal passato oblia,
Con generosa mano la rileva 280E la calma con placide parole...
Numerosa brigata di donzelle,
A guisa di Cariatidi, ghirlande
Non interrotte sostenendo, chiude
Spazioso quadrato, e rappresenta 285Un ambulante splendido teatro,
Nel cui fondo si scorgono due ingressi.