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CALLIMACO


LA GROTTA D’AMORE

295Quel dì, ch’anticamente
     Alla possente Dea
     Delle selve era sacro,
     Lietissimo drappello
     Di fanciulle, lasciata
     300La paterna capanna,
     Inver la spiaggia andonne
     Del non lontano mare,
     Per celebrar ne’ vaghi
     E pittoreschi avanzi
     305D’un antico tempietto,
     La festa della Dea
     Lietamente cantando
     E danzando a vicenda.

Deh! salve, augusta prole
     310Del poderoso Giove
     E di Latona bella,
     Suora del Dio-Cantor.

Tu volontier percorri
     Le scoscese montagne
     315E le vallee ombrose,
     Abbandonando il ciel.

Tu riposi talora
     Ai confin di quel bosco
     In mezzo alle tue Ninfe,
     320Il fido cane ai piè.

Tu traversi pur anco
     La vicina pianura,
     Tratta da bianche cerve
     In aureo carricel.

325Spesso di questo tempio
     Nel recinto tu dormi,
     Lassa dal caldo estivo
     Quand’è in meriggio il sol.

Qui n’aduniamo, o Dea,
330Per celebrar tua festa,
Abbellando tuo tempio
Con olezzanti fior.

Deh? salve, augusta prole
Del poderoso Giove
335E di Latona bella,
Suora del Dio-Cantor.
Un vecchio Pastore
(da sè.)

Di lor ridermi io voglio,
     E poscia i detti miei,
     Quali amistà m’inspira,
     340Indicheran quai danni,
     Incontrar ponno osando
     Venir così solette,